Giulio Douhet

Giulio Douhet

Giulio Douhet nacque nel 1869 da una famiglia di origini savoiarde. A vent’anni frequentò l’Accademia Militare di Modena, da cui uscì col grado di sottotenente dei bersaglieri. Si iscrisse anche al Politecnico di Torino, laureandosi in ingegneria.
La sua carriera militare fu travagliata. Nel 1911, durante la guerra italo-turca per il controllo della Libia, gli venne assegnato il compito di scrivere un rapporto sull’uso dell’aviazione da guerra. In esso teorizzò che l’unico uso efficace era il bombardamento da alta quota.
Nel 1913 Douhet, promosso maggiore, divenne il comandante del Battaglione Aviatori e lo organizzò in squadriglie perfettamente autonome dal punto di vista organizzativo e logistico.
Lo stesso anno promosse un’iniziativa per la raccolta di tutti i cimeli aeronautici militari italiani che si erano ormai accumulati dal 1884, epoca dei primi aerostieri del Genio. L’iniziativa portò alla realizzazione del primo museo aeronautico in Italia che dopo molti spostamenti e vicissitudini ha costituito la base dell’attuale museo storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle.
Douhet cominciò ad invocare un massiccio investimento nella costruzione di aerei da bombardamento, per ottenere il controllo dell’aria e privare il nemico delle difese. L’atteggiamento critico riguardo alla conduzione della guerra da parte del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Cadorna, gli procurò l’ostilità delle alte gerarchie. Douhet venne condannato a un anno di carcere militare, che espiò nel forte di Fenestrelle e al termine, nell’ottobre 1917, posto in congedo militare.
Nel 1921 pubblicò, a cura del il ministero della Guerra, Il dominio dell’aria, il suo libro più noto, un trattato che ebbe molta fortuna all’estero.
Morì nel 1930 colpito da un infarto, mentre coltivava rose nel suo giardino.