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Vita spericolata di Albert Spaggiari

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Luglio 1976: una banda di scassinatori penetra nel caveau della principale banca di Nizza, forza le cassette di sicurezza e porta via denaro, oro e gioielli per un valore attuale di 30 milioni di euro. I ladri sono passati per le fogne cittadine e lavorando per più di un mese hanno scavato un cunicolo di otto metri. Sul muro, in segno di scherno, scrivono una frase che rimarrà famosa: «Senza odio, senza violenza, senza armi». È la firma di Albert Spaggiari, il «cervello» della gang delle fogne che in Francia diverrà ineguagliabile esempio di ladro gentiluomo, avventuriero e «primula rossa» in sfida perenne con la giustizia. Paracadutista volontario in Indocina poi militante dell’OAS, Spaggiari verrà arrestato, riuscirà ad evadere in modo rocambolesco e rimarrà latitante per dodici anni fra Italia, Spagna e Sudamerica. È morto, libero, in Italia nel 1989, a fianco di Emilia, la donna che l’ha amato e accompagnato durante la lunga fuga.

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