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La Centuria

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Seconda metà del XXI secolo. Ezio Luxardo, ufficiale delle Forze Speciali, e Gaia Stefani, laureanda in Storia, muovono i loro passi nel quadro futuro di un’Europa divisa fra entità statuali reazionarie e la volontà rivoluzionaria di dar vita ad una Confederazione di Stati liberi ancorati a princìpi tradizionali. Filo conduttore è la denuncia della decadenza moderna e post-moderna, non nel senso della semplice negazione, ma alla luce della riconquista del nucleo originario, sapienziale e, insieme, filosofico e religioso alla base della Civiltà. Lo scritto, avvalendosi sia di riferimenti storici oggettivi, sia di situazioni e personaggi immaginari, ma verosimili, vuole porre all’attenzione dell’eventuale lettore alcuni momenti rilevanti dell’Italia del Novecento: la sua riduzione a colonia de facto in seguito all’armistizio del settembre 1943, l’assassinio di Giovanni Gentile, la vicenda di Ettore Majorana, la guerra civile, la subalternità a potenze straniere, l’opaco ruolo della propaganda e dei servizi segreti.

«Perfetto!» disse un compiaciutissimo de Matteis. «Lei ha messo a fuoco la questione! Molto pertinenti le sue riflessioni intorno al tempo. Più vado avanti e più mi rendo conto di quanto questo benedetto tempo sia qualcosa di strano, qualcosa di irriducibile alle banalizzazioni quantitative che ne fanno i fisici moderni o coloro che ritengono la ragione umana una sorta di clavis aurea per comprendere la totalità. Niente di più forviante, cara signorina, sono convintissimo che il passato come tale, come qualcosa di morto, non esista. Se ora, in questo momento, noi stiamo rievocando qualcosa che è accaduto,
manifestando un principio superiore, ebbene lo stiamo facendo rivivere a tutti gli effetti. Quell’accaduto è il presente.

Esaurito

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