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Il martirio di Nazario Sauro

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Nazario Sauro è una figura emblematica nella storia italiana, particolarmente ricordata per il suo coraggio e il suo impegno durante la Prima guerra mondiale. Nato il 20 settembre 1880 a Capodistria, Sauro si distinse per la sua ferma opposizione all’Austria-Ungheria, sostenendo invece l’irredentismo italiano.

Fu la sua decisione di combattere per l’Italia, entrata in guerra nel 1915 la corona asburgica, a segnare il suo destino. Sauro si arruolò volontario nella Regia Marina e partecipò a numerose azioni audaci, comprese missioni di ricognizione e attacchi contro le postazioni nemiche, dimostrando eccezionale bravura e dedizione al dovere.

La sua vita fu tragicamente abbreviata il 10 agosto 1916, quando, catturato in una missione, fu giudicato da un tribunale militare austro-ungarico e condannato a morte per alto tradimento.

La sua esecuzione suscitò indignazione internazionale e fece di lui un martire della causa italiana, contribuendo a rafforzare il senso di unità nazionale e il fervore patriottico in Italia.

L’esempio di Nazario Sauro viene qui riproposto in un volume degli Anni Trenta, realizzato da Valentino Piccoli e completamente dimenticato dalla pubblicistica dell’ultimo secolo. Oltre alla dettagliata ricostruzione delle fasi finali della vita di Sauro e ad un esclusivo ritratto umano, oltre che normativo, della sua fine, il volume è in questa sede arricchito dall’introduzione dell’Ammiraglio Romano Sauro, nipote dell’eroe.

Esiste – ed esiste sopra tutto tra la gente nostra – un coraggio spontaneo che non risulta né da reazioni né da ragionamenti né da costruzioni intellettuali né dall’opera degli eccitanti: è un coraggio sorgente dalla stessa personalità; a tal punto, che il coraggioso non s’avvede neppure, al momento, di compiere un atto superiore a quello altri compirebbe nelle medesime condizioni. Questo è il caso di Nazario Sauro e della gente di sua natura.

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