Evola e Tolkien antimoderni

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Evola e Tolkien antimoderni esplora le sorprendenti affinità filosofiche tra due figure apparentemente distanti: il pensatore tradizionalista Julius Evola e il filologo e scrittore John Ronald Reuel Tolkien.
Il libro analizza la loro produzione attraverso il prisma della “crisi del mondo moderno”. Evola, con la sua Rivolta, si oppone alla desacralizzazione della vita e promuove una visione esoterica e spirituale della realtà, mentre Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli, rifiuta la tecnocrazia e l’industrializzazione, esprimendo l’amore profondo per la natura e la nostalgia del passato.
Il volume esamina anche l’influenza che il pensiero di Evola ha avuto su molti giovani italiani di destra negli anni Settanta, che trovarono in Tolkien una conferma simbolica dei valori antimoderni proposti dal pensatore tradizionalista. Attraverso una riflessione critica verso la tecnoscienza e l’industrializzazione, il libro si sofferma sulla loro comune aspirazione ad un ritorno a valori più profondi e universali, in opposizione all’incessante progresso materiale che minaccia di annientare l’essenza dell’uomo e della sua relazione con il mondo.

In appendice un “Teatrino tolkieniano” che mette alla berlina le contraddizioni della critica impegnata italiana dopo l’uscita dei film di Peter Jackson.

«I miei sentimenti sono più o meno gli stessi che Frodo avrebbe provato se avesse scoperto che qualche hobbit imparava a cavalcare gli uccelli Nazgul “per la liberazione della Contea”»

(dalla lettera di J.R.R Tokien indirizzata al figlio Christopher, pilota della RAF – 29 maggio 1945)

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