Ramiro Ledesma Ramos

Ramiro Ledesma Ramos

Ramiro Ledesma Ramos nacque ad Alfarz de Sayago (Zamora) il 23 maggio 1905, nella sua giovinezza studiò e consultò in appunti personali le opere di Nietzsche, Gentile e Spengler. Nell’Ateneo di Madrid, ad appena vent’anni, divenne allievo di Ortega y Gasset. Nel suo settimanale, La Conquista del Estado, lanciato nel 1931, Ramiro ribadì più volte il suo rigetto della lotta di classe marxista e del parlamentarismo borghese per la costituzione di un nuovo “Stato del lavoro”, sulle basi del fascismo italiano: corporativismo, socializzazione delle imprese e dei mezzi di produzione, sindacalismo nazionale. Ma il fulcro centrale del suo pensiero sarà la supremazia dello Stato. Per Ramiro il nuovo Stato sarà costruttivo e creatore. Soppianterà gli individui ed i gruppi, e la sovranità totale risiederà solo in lui. Ramiro fu l’uomo profondo e combattivo del nazionalsindacalismo spagnolo. Seppe vedere al di là delle logiche del suo tempo a una nuova filosofia politica e ad una mistica rivoluzionaria in sintonia col nascere di nuove idee. Dopo che nel 1934 unì il proprio movimento con la Falange spagnola di José Antonio Primo de Rivera, figlio dell’ex dittatore Miguel Primo de Rivera, Ramiro ben presto arrivò a criticare aspramente i legami di José Antonio Primo de Rivera con la Chiesa e le classi alte. Venne arrestato a Madrid dopo il colpo di stato nazionalista fu giustiziato mediante fucilazione ad Aravaca dal governo repubblicano il 29 ottobre del 1936.